FRAGOROSO SILENZIO

domenica 15 dicembre 2013

Prof, mi ascolti?




Prof, mi ascolti???????
L’aria è cupa. L’assenza di vento rende tutto immobile,le nuvole non si allontanano,sembrano voler stazionare  caparbiamente in cielo …e, dalle finestre dell’aula, fa capolino una strana luce, quasi opaca, che non aiuta la passione per quello che si fa. I volti dei ragazzi appaiono stanchi,annoiati e le mie parole non riescono a tener vivo ciò che dico… Li cerco con lo sguardo, li studio questi ragazzi dall’aria annoiata che si ostinano ad apparire più grandi, più aggressivi, ma  fragili!
Un’età decisiva e delicata, dove la trasgressione,la sfida e la fuga dall’autorità vanno gestite con serietà, disponibilità e fermezza.
-Prof,mi ascolti?-
-Io sì, e tu, mi ascolti?-
-Io, veramente no, anzi…poco!!!-
-E perché?-
-Io ho un sacco di problemi, mica sono come te che di problemi non ce n’ hai!!!!!!!-
Mi allontano con la mente per un attimo…rifletto…
L’ascolto non è previsto dalle indicazioni nazionali e anzi ho letto un articolo dove si rimproverava un prof perché “ perdeva” tempo ad ascoltare i propri alunni…perché diceva,il saggio, che non si deve fare  l’insegnante   psicologo,ma che il compito fondamentale dell’insegnante è promuovere l’amore per il sapere…
Attraverso i soliti contenuti vecchi e noiosi? Dico io…
La voce difficoltà, sofferenza,disagio dove è finita?
Mi vengono in mente le parole di Monsier Thelot “ Il docente deve essere prima di tutto uno “specialista” del successo dei propri studenti”, ma dice anche che i docenti dovrebbero occuparsi meno di trasmettere il sapere e occuparsi più della crescita dei propri alunni”…
E cosa ne può sapere Matteo della mia, (e di tanti altri), frustrazione sul lavoro, sulla mia idea di scuola che non è più, che spesso non riesco più a trovare il vero senso di ciò che faccio,che dopo tanti anni mi si chiede ancora di essere brillante,accattivante,motivante perché altrimenti i ragazzi si annoiano?…
Ma questo nostro mondo va nella direzione opposta alla mia…chiede forza, giovinezza, bellezza e arroganza…ed io sperimento così la mia Resistenza…
Rifletto…è importante “crescere”,e c’è la giusta via, quella che favorisce l’altra “crescita”,quella che ti prepara a vedere l’insolito, a valicare il possibile e cogliere l’impossibile,a camminare a passo svelto per rincorrere i sogni,per non farli scappare e tenerli stretti come la cosa più preziosa …?
L’aria continua ad essere cupa,anzi cupa e pesante.
Ma ..la mia è ansia? E’ paura  di ciò che mi vuole dire Matteo? Mi viene in mente: “I grandi non capiscono mai niente da soli, e i bambini si stancano a spiegar loro le cose continuamente...”
Mi ci vorrebbe “Il piccolo principe”.
Lui sì che saprebbe cosa fare!
Ce la posso fare…è così da anni!!!!!!!!
Scorgo un sorrisetto complice tra due alunni…due creste al vento che regalano ai possessori cinque centimetri in più in altezza…un sorriso vero, coinvolgente…
Dal fondo però una voce impaziente ripete:Prof,ma mi ascolti o no?
-          Si, ti ascolto…-
-          - Ti volevo dì che non ho studiato perché ho avuto da fare…perciò se mi interroghi prendo un brutto voto…-
-          E cos’è che hai avuto da fare?-
-          Mi vergogno prof…ti posso parlà fuori?-
-          Va bene, usciamo…-
Fuori, nel corridoio, ci sono  i bidelli alle prese con spazzole e scopettoni, e quindi cerchiamo un luogo più appartato,ma la nostra scuola è “avara” e lugubre, non offre tali spazi perché è in attesa di ristrutturazione dopo il terremoto,da cinque anni, e allora usciamo in cortile…
Appena messo il naso fuori, i suoi occhi si riempiono di lacrime che scendono come la pioggia che comincia a battere forte.
Sotto la tettoia dove ci ripariamo, pioggia e lacrime si mescolano e quasi gli danno coraggio…
E dopo un silenzio che sembra eterno: “Prof mi sento come un soldato sconfitto,mi sento come un orologio fermo,come un cerotto senza colla,come uno yogurt scaduto…
Mi sento solo,mi sento che stò a perde…”
Le lacrime sembrano gocce di sale per quanto fanno male…
“Prof, ieri pomeriggio hanno arrestato papà, lo hanno portato via senza farci capire, come se fosse un ladro,un delinquente, uno che ha commesso un terribile reato…
Lui ha solo smesso di pagare ciò che doveva…non li aveva i soldi, non sapeva cosa fare!
Doveva portare a casa da mangiare per noi,siamo diversi in casa…e solo lui lavorava…
Prima la fabbrica andava, gli operai lavoravano tanto e noi stavamo bene…poi la crisi, i cinesi che hanno preso tutto, ogni cosa si è scomposta, ogni cosa ha preso il verso sbagliato e noi…
Papà ha dovuto licenziare gli operai e lui lavorava ore e ore per cercare di andare avanti…ha dovuto scegliere…dare da mangiare a noi o pagare lo Stato…
E lui ha scelto noi.
Tu lo condanni prof? Tu pensi che abbia sbagliato?
E come faremo ora? Ma che Stato è, Prof, quello che ti fa scegliere tra i figli e lui?
Papà,ieri,  ha seguito gli UOMINI  in divisa a testa bassa, come si vergognasse tanto…
E io volevo dirgli: Papà, non hai sbagliato, e ti vogliamo tanto  bene!
Dimmi, prof,cosa devo pensare?
Te lo dico io prof…
Penso a quello che mi dicevi tu, il rispetto delle regole, il rispetto per le istituzioni,il rispetto dell’altro, cosa volevi insegnarmi?Ecco prof…mi sa che dicevi fesserie…
E’ vero che le regole devono essere rispettate,ma io devo essere messo nella condizione di rispettarle…e qui invece tutto è andato in tilt…”
La mia mente è un turbinio di vaffa…mi sento io sconfitta…sconfitta anche dalle mie idee,ma poi la ragione mi viene in aiuto e l’aria cupa si allontana…
Devo… devo scacciare questo vento insidioso,questo scoramento totale, questo pensiero maligno che mette in discussione le sue certezze, devo fargli capire che le idee sono l’unica risorsa dell’uomo e quelle giuste lo sono ancora di più…
Mi faccio forza, mi faccio violenza…da dove comincio?
Ci vuole un inizio convincente per catturare la sua attenzione e ridisegnare le certezze di cui ha bisogno…
Non è facile perché la mente mi suggerisce riflessioni dure verso lo Stato…ma poi le tengo per me e…cerco un modo utile per parlargli…
“Non ti ho raccontato fesserie e non ti volevo trasmettere un sapere,volevo solo regalarti ciò che  sapevo,farti comprendere, come io ho compreso, l’importanza della parola Stato…e l’idea di Stato non è sbagliata in sè, è l’interpretazione da parte degli uomini che, a volte,fa discutere…
Sono gli uomini che fanno funzionare lo Stato,sono loro che nelle sedi più importanti decidono la direzione verso cui deve  andare il paese,cosa occorre fare,e questo è difficile ma nello stesso tempo straordinario perché queste decisioni sono poi la nostra vita…
Ma poi ci sono le esagerazioni, le generalizzazioni,la corsa ad essere più fortunati di altri, ad ottenere di più..a dimenticare sia il fine che la vera idea di Stato :  giustizia e virtù…
E’ questo che dobbiamo avere sempre in mente anche nei momenti in cui tutto sembra contro di noi…
Vedrai che le cose andranno nel verso giusto, tuo padre saprà spiegare l’accaduto,guiderà i giudici a guardare  con occhi “giusti” la situazione…
Tu ricorda che in questo momento siete voi che date forza a papà, siete la luce che illumina i suoi giorni, il suo cammino e la sua battaglia…
Non aver paura, ci sono situazioni difficili da gestire ma dobbiamo imparare a costruire occasioni per risolverle quelle situazioni, dobbiamo scoprire la forza dentro di noi e non lasciarci vincere dai pensieri cattivi che scatenano la tempesta delle emozioni…le emozioni vengono dal cuore e il cuore del tuo papà è buono, come il tuo…
Lo Stato sbaglia, come tutti noi,ma l’errore si può correggere,non servono i segni rossi o blu,come le antiche maestrine, serve solo il ragionamento, la voglia di  capire, di parlare sensatamente e dialogare in nome della verità e della sincerità…
Nonostante tutto continuiamo a crederci…
Mattè, dì a mamma che al tribunale di Aosta, qualche giorno fa, il giudice ha assolto un imprenditore che non aveva pagato il dovuto,e la motivazione della assoluzione, è una lezione di civiltà : Non ha pagato perché non poteva, e non perché non voleva.”
Matteo mi guarda, i suoi occhi sembra che brillino un po’…
Rientriamo con gli animi in tumulto,ma con il respiro meno affannoso…
Penso …i miei pensieri si attorcigliano come i serpenti velenosi…
Stato…
Ladro di soldi, di speranze, di progetti, di futuro,di affettività…ora rubi anche l’infanzia e la sua spensieratezza…
Ma quando cominci a riflettere e a denigrarti????????
E ci sono parole importanti, forti, ,parole di seta ma anche parole di fuoco, parole che ci danno fastidio e altre che esprimono dubbi,perplessità, ma anche certezze e sentimenti eterni,parole che che raccontano la vita.
Così penso a quel grande uomo che è stato Don Milani quando insisteva nel dire che “ la parola ci rende uguali”…

Sempre vigili